Sì,
sabato 12 maggio, il castello ci guarderà dall'alto dei suoi merli, delle sue
mura secolari, del suo ponte levatoio, mentre giù in paese - nell'aula
consiliare del Municipio di Zavattarello - parteciperemo al secondo
appuntamento della Scuola di Narrazione Territoriale , organizzata da Fondazione
Sviluppo Oltrepò all'interno del progetto Oltrepobiodiverso, varato nell'ambito
dell'azione AttivAree di Fondazione Cariplo.
Si
lavora assieme, coordinati dallo scrittore Guido Conti
e affiancati da alcuni
ospiti, ognuno focalizzato su un'angolazione specifica ma sempre correlata al
tema da affrontare: come attingere agli
elementi del passato, ancorati a determinati luoghi, per costruire narrazioni territoriali capaci
di dialogare col presente.
Narrazione,
dunque non solo come scrittura.
Narrazione come costruzione di storie -
attraverso ogni approccio, dalla parola alle immagini, dalla musica ad ogni
comunicazione creativa - capaci di camminare per il mondo, di rafforzare
legami, di accendere nuovi incontri.
Come
ha detto il Nobel Kazuo Ishiguro: "Grandi e splendide industrie si ergono
intorno alle storie. Editoria, cinema, televisione, teatro. Ma alla fine, tutto
si risolve in una persona che dice all'altra: "Questo è ciò che sento io.
Riesci a capirle quello che dico? E' lo stesso anche per te?".
Nel
confronto in corso nella Scuola di Narrazione Territoriale emerge, con sempre
maggior forza, quello che si è sempre saputo e, tuttavia, spesso, scordiamo: il
fatto che non viviamo in un mondo ma,
più esattamente, dentro la narrazione di un
mondo, di un determinato luogo. Narrazione più o meno nostra, più o
meno consapevole. Affidata a prospettive, esperienze, modalità quanto mai
diverse.
E
nel corso della giornata - sbagliando s'impara, invece che in due giornate,
sabato e domenica, come si era previsto, si lavora, su una sola giornata, dalle
9.30 alle 13, intervallo per pranzo condiviso e offerto dalla SNT ai
partecipanti, poi si riprende dalle 14.30 alle 17.30 - si mette molto carne al
fuoco.
A
ogni tappa, e "contributo a tema" , corrisponde uno spazio successivo
di tempo aperto al confronto tra i partecipanti. Obiettivo? far afferrare ad ognuno una sua sintesi "esperienziale". Non solo
teoria, dunque, ma "costruire narrazioni: istruzioni per l'uso".
Comincia
lo scrittore Guido Conti. Inserendosi sulla straordinaria conoscenza di
personaggi su cui ha lavorato a lungo, fa emergere (trenta serrati minuti,
dieci minuti ciascuno) la cornice territoriale, il legame con i
"loro" luoghi, caratterizzanti tre importanti figure del novecento:
Gianni Brera, Giovannino Guareschi (l padre di Peppone e don Camillo),
Gianni
Celati, l'autore di "Verso la foce" che pone sguardo nuovo al
territorio padano e, dunque, oltrepadano.
Tre
figure rilevanti e tre modalità variegate di narrazione territoriale: accenderà
un bel confronto. Coinvolgerà tutti.
Quindi
una finestra più focalizzata sull'Oltrepò: incontriamo un bravo e schivo
scrittore, Paolo Repossi, autore di romanzi e raccontati ambienti sulle nostre
colline ma pubblicato dall'esigente editore (cuneese) Instar Libri.
In un'ora
di botta e risposta Repossi ci fa entrare nella sua "officina
territoriale" quella che poi mette in scena in "Estate in pieno.
Quattro storie di collina", o nel paese di Montuberchielli "...una
strada, quattro case e il torrente" dove si svolge "La gestione
dell'aria" . Lasciando uno spicchio di attenzione anche per gli scorci che
appaiono nei racconti de "il giorno della cipolla" e in altre opere.
Dopo
l'intervallo di pranzo, condiviso e affollato sicuramente di serrate
discussioni che abbisogneranno di un buon bicchiere di vino d'Oltrepò, si
cambia musica.
Anzi,
arriva la musica: quella di Camillo Moroni che, con i suoi amici del complesso
"Bataquaerch" (genere? folk, punk, tales!) sta lavorando a una
compilation di canzoni sorte attingendo alla storia locale oltrepadana, in
particolare a quella epopea, tragica e luminosa, che è stata la lotta di
resistenza fatta rivivere senza retorica, non come Storia (quella con la
maiuscola, che giustamente spetta agli storici) ma come "storie" di
persone semplici ed eccezionali al tempo stesso, "storie" da narrare
cantando, appunto.
Un
territorio, dei luoghi, sono anche dei palcoscenici dove incombono silenziose presenze.
Sono lì - anche da noi - sotto gli occhi: case, costruzioni, interi paesi
abbandonati. Come si dialoga con il silenzio di queste presenze senza più
abitanti? Come si narrano le case vuote?
A
prendere per mano i partecipanti della Scuola di Narrazione Territoriale ed a
condurli nell'arte di esplorare le case vuote sarà, nelle due ore finali della
giornata, prima della sintesi conclusiva, Mario Ferraguti, autore dello
splendido e poetico "La voce delle case abbandonate: piccolo alfabeto del
silenzio" pubblicato da edicicloeditore.
Il
programma di sabato 12 maggio, della giornata della Scuola di Narrazione
Territoriale, a Zavattarello, è questo.
Se
vi interessa non perdete tempo. Mancano pochi giorni.
Iscrivetevi
al più presto: basta telefonare allo staff di Fondazione Sviluppo
0383.545735 oppure 338/2216609 / 333/7760213.