"Il futuro delle
vie storiche dell'Appennino di Lombardia
nel boom dei cammini
italiani: esperienze a confronto"
Questo il tema al
centro del focus di sabato 13 aprile organizzato presso il salone comunale di
Canneto Pavese dalla Scuola di Narrazione Territoriale del progetto
Oltrepobiodiverso di Fondazione Sviluppo Oltrepò.
Un grazie va ad Antonella Tagliabue che ha coordinato il
workshop che ha preso l'intera giornata ed ha visto la partecipazione di una
sessantina di iscritti (appartenenti ad associazioni delle principali vie
storiche che percorrono l'Oltrepò e la vicina pianura padana - via del Sale,
degli Abati, di San Colombano, di San Michele, via Francigena; volontari del
CAI, rappresentanti di associazioni ambientaliste, escursionistiche, micologiche;
guide ambientali e turistiche; operatori della ristorazione e dell'ospitalità;
amministratori locali; portavoce di Expedia, di GiteinLombardia, di Calyx e
molti altri ancora).
Un grazie particolare
a Simone Frignani, costruttore di sentieri ed ideatore del
Cammino di San Benedetto, che nell'illustrare la sua realizzazione, ha indicato un modello quanto mai valido
anche per il nostro operare.
Un modello
- incentrato sulla partecipazione, sull'associazionismo e sul lavoro di squadra
- che nel cuore della penisola, tra Umbria e Lazio, ha unito tanti soggetti
verso un obiettivo comune, concretizzatosi in tangibili e positive ricadute sul
territorio.
Qui di seguito gli spunti offerti durante l'incontro da
Simone Frignani, uno dei più emblematici ed autentici "costruttore di
sentieri" operanti nel nostro Paese in questi anni. A Simone infatti si
deve, oltre il sorgere di quel CAMMINO DI SAN BENEDETTO che costituisce un caso
esemplare di valorizzazione territoriale attraverso le vie e i cammini storici,
anche lo sviluppo di altri itinerari rilevanti.
Itinerari su cui
Simone Frignani si sofferma nelle diverse guide, tradotte anche in varie lingue, pubblicate
negli ultimi anni. Gli spunti che qui offre emergono da
un'intervista-chiacchierata con Giorgio Boatti.
gboatti - sono passati un po' di anni da quando, dopo
esserci conosciuti al monastero benedettino di Santa Scolastica, dove io
presentavo il mio libro "Sulle strade del silenzio. viaggio per monasteri
d'italia e spaesati dintorni" e tu la tua guida sul cammino di San
Benedetto, ti intervistavo per il "Venerdì" di Repubblica in un ampio
reportage sui costruttori di sentieri. Da allora cosa è cambiato?
Simone - è successo
che quel Cammino di San Benedetto, progettato
a tavolino e sperimentato ripetutamente, nato sull’onda della spontaneità e senza
finanziamenti, è riuscito, in nemmeno 7 anni, ad affermarsi come uno dei
Cammini più amati d’Italia e d’Europa.
Per questo credo sia
utile ripercorrerepasso a passo la nascita e lo sviluppo del Cammino di San
Benedetto, evidenziandone quegli elementi di successo che possono essere
replicati anche su altri Cammini, senza dimenticare che la motivazione di chi
se ne fa promotore e di chi accoglie la proposta è una chiave della riuscita
del tutto.
gboatti - Benissimo. Rifacciamo dunque il tuo percorso
di costruttore di cammini...
Simone - Dieci anni
fa. 2009. In quell’anno partii per un Cammino solitario nel Centro Italia, sui luoghi
di Francesco d’Assisi.
Ero mosso da una
ricerca di spiritualità: per questo scelsi di dormire nei boschi privilegiando
il silenzio e il “deserto” personale, pur con incontri significativi che furono
parte integrante dell’esperienza.
Il Cammino mi cambiò
profondamente: per questo decisi di dedicare tempo e risorse per la promozione
del camminare in Italia.
Ebbi l’idea di creare
un percorso che permettesse di conoscere un grande santo italiano, patrono
d’Europa: San Benedetto da Norcia, figura di portata straordinaria. Purtroppo
poco conosciuto, almeno nei nostri
tempi. Eppure è una figura fondamentale: Benedetto da Norcia racchiude in sé
molti motivi d’interesse, capaci di attrarre persone con interessi diversi, non
solo religiosi.
Il monachesimo
secondo la Regola di san Benedetto, ebbe grande importanza per
l’evangelizzazione, grazie alla testimonianza di vita cristiana dei monaci.
Dal punto di vista
culturale, gli amanuensi trasmisero il sapere greco e latino; diedero grande
impulso alle scienze mediche attraverso l’erboristeria; introdussero i
caratteri di scrittura moderni e inventarono l’antecedente del rigo musicale,
dando vita al canto gregoriano. Fondamentale fu anche l’opera sociale e produttiva dei monaci, che bonificarono
vasti territori, realizzarono scuole e ospedali all’interno dei monasteri,
diedero un grande impulso all’agricoltura e all’economia.
DAL DIRE AL FARE
gboatti - Simone, non sono tra chi avrebbe potuto
avere qualche dubbio sulla centralità di san Benedetto nella connotazione
culturale della nostra civiltà. Però, poi, tu da queste alte considerazioni molto
alte sei sceso anche a terra, e, dal
dire al fare, sei passato ai fatti. Ti sei confrontato col e sul territorio...
Simone - Infatti. Ho sviluppato
il Cammino di San Benedetto su 300 km,
in Umbria e nel Lazio, con lo scopo di far conoscere i tre principali luoghi
benedettini: Norcia, Subiaco e Montecassino, insieme a tanti piccoli borghi
tagliati fuori dal turismo di massa, fors’anche per questo capaci di attrarre il
viaggiatore attento.
Norcia da
dove il Cammino prende avvio, è un’incantevole cittadina ai piedi dei monti
Sibillini, la cui fama non si limita ai soli amanti del trekking, ma incontra
anche il favore dei naturalisti, grazie a un’eccezionale ricchezza di flora e
fauna.

Purtroppo
Norcia e i Sibillini sono stati colpiti nel 2016 da un devastante terremoto,
dal quale stanno tentando di risollevarsi. Il Cammino può contribuire a questo,
grazie a iniziative come il Cammino
della Solidarietà, giunto quest’anno alla terza edizione, che nei giorni di
Pasqua ha portato diverse centinaia di camminatori sulle prime tappe colpite
dal sisma, per contribuire economicamente alla ripresa e tenere accesi i
riflettori su queste zone. Seconda tappa è Cascia dove visse Santa Rita, la
“Santa degli impossibili”; si prosegue per Monteleone di Spoleto, affascinante
borgo medievale immerso in un paesaggio perfetto, e Leonessa, deliziosa cittadina
ai piedi dei monti Reatini. Immersi in estese faggete, si scavalcano i monti
Reatini per raggiungere Poggio Bustone, importante luogo francescano; e di lì
si prosegue per l’incantevole “Valle Santa”. Da Rieti, città papale e
francescana, risalendo il fiume Turano si toccano i borghi di Rocca Sinibalda e
Castel di Tora, sul lago del Turano. Attraversando i monti Lucretili, si passa
per Pozzaglia Sabina, Orvinio, Mandela, luoghi
dove si vive bene, a un passo da Roma.
Seguendo
la valle dell’Aniene in una natura rigogliosa, si raggiunge Subiaco, prima importante meta, luogo dove la
spiritualità benedettina si fonde con una storia antica, arte, cultura, e la
natura sorprendente dei monti Simbruini.
Entrando
in Ciociaria, si fa tappa a Trevi nel Lazio, in incantevole posizione ai piedi di
una corona di montagne; proseguendo per i monti Ernici, si toccheranno i borghi
medievali di Guarcino, Vico nel Lazio, Collepardo, e la splendida Certosa di
Trisulti.
Dopo aver visitato l’Abbazia di Casamari, splendido esempio di gotico
cistercense, si fa tappa ad Arpino, con
un delizioso centro storico e una magnifica acropoli. Si attraversano le Gole
del Melfa dove nidificano le aquile, per raggiungere Roccasecca patria di san
Tommaso d’Aquino.
Tappa
finale è l’Abbazia di Montecassino: questo luogo, che più di ogni altro ha
contribuito alla diffusione del messaggio benedettino e alla nascita di una
comune cultura europea fondata sul cristianesimo, non può che essere la degna conclusione
di un Cammino che, attraversando tutto il Centro Italia, porta a conoscere la
vita e le opere di san Benedetto, insieme ad arte, cultura, storia di una
parte, bella e poco conosciuta, del “Bel Paese”.
gboatti
- già questa sintesi fa capire che il
Cammino di Sab Benedetto è ben di più di un validissimo percorso
escursionistico. Porta in sè una narrazione, che attinge a una storia ed a una
cultura plurisecorale, formidabile. Visto che sei ospite di una SCUOLA DI
NARRAZIONE TERRITORIALE vorrei che ci
soffermassimo proprio su questo. Sulla visione, la narrazione che il Cammino
porta in sé e con la quale attrae...
MOLTO
PIU' DI UN TREKKING
Simone
.- Sì, il Camminio di San Benedetto è MOLTO PIU’ DI UN TREKKING. Il Cammino di
San Benedetto racchiude più cose insieme, in particolare:
-
Spiritualità:
un Cammino che ben si presta a un’esperienza spirituale di meditazione e
silenzio, e che può favorire la crescita nella fede.
- Arte, storia e cultura: ogni tappa del Cammino
di San Benedetto è ricca in testimonianze storiche e artistiche, con molti
spunti culturali.
- Borghi e tradizioni: ciascun borgo del Cammino
di San Benedetto è interessante non solo sotto il profilo artistico o
culturale, ma anche per il ricco patrimonio di tradizioni custodite.
-
Ospitalità:
Lo spirito accogliente degli abitanti dei piccoli paesi toccati è un importante
plusvalore, che permette lo stabilirsi di legami e fa sì che le persone
ritornino.
Si
capisce pertanto come il Cammino possa accendere interesse notevole in persone con connotazioni diverse ed
aspettative non solo spirituali o religiose.
LA
REALIZZAZIONE DEL CAMMINO, PASSO DOPO PASSO
gboatti
- Ora puoi spiegare come hai operato per
la REALIZZAZIONE DEL CAMMINO DI SAN BENEDETTO. Avevi un'idea ma sul terreno non
c'era nulla...
Simone
- Sono partito dall’idea di collegare i tre principali luoghi della vita di San
Benedetto (Norcia, Subiaco, Montecassino).
Secondo il II libro de I Dialoghi di san Gregorio Magno), il percorso è
stato tracciato negli anni 2009-2011, in tre momenti:
2009-2011
STUDIO DEL PERCORSO E PRIME ADESIONI Sono partito da un’accurata ricerca
cartografica sulla sentieristica esistente, combinando lo studio delle mappe
alle foto satellitari, e prevedendo anche l’apertura di brevi sentieri di
collegamento. Lo studio cartografico è andato di pari passo con le prove sul
campo: numerose ricognizioni per testare la percorribilità dei sentieri, e
prendere i primi contatti in loco così da definire la rete di accoglienze. In
questo modo, durante i primi due anni, è andato definendosi il percorso e,
sull’onda di un’adesione spontanea, si è venuta a creare l’“ossatura” di
un’associazione per la cura e promozione del Cammino di San Benedetto.
2011
TRACCIATURA, ACCOGLIENZE E AMICI DEL CAMMINO Una volta stabilito il percorso,
esso è stato interamente georeferenziato, e tracciato sul terreno con frecce
gialle realizzate a pennello.
E’ continuata la ricerca delle accoglienze, e
grazie a un passaparola efficace, è cresciuto il numero di persone che si sono
rese disponibili per contribuire a questo progetto con lavoro volontario.
2012
LANCIO Già dall’anno precedente, l’editore Terre di mezzo aveva mostrato
l’intenzione di pubblicare una guida sul percorso che avevo ideato. Potei così
pubblicare un libro-guida a maggio 2012. Contemporaneamente, realizzavo una
credenziale insieme ai Cammini Di qui passò Francesco e Con le ali ai piedi;
aprivo un sito internet e un gruppo Facebook. L’impatto mediatico fu buono
anche se, come prevedibile per un nuovo Cammino, durante l’estate di quell’anno
furono appena una cinquantina, le persone che decisero di partire.
2012-2019
SVILUPPI Il Cammino di San Benedetto si è sviluppato in modo progressivo ed
inaspettato, grazie a un formidabile passaparola di pellegrini entusiasti che,
attraverso i canali social e i contatti diretti, se ne sono fatti portavoce.
Nel corso dei suoi primi sette anni di vita, sono stati compiuti passi da
gigante.
TAPPE
NELLO SPAZIO, TAPPE NEL TEMPO
gboatti - Come ogni cammino anche il
realizzarsi del Cammino di San Bendetto è stato scandito da tappe scandite nel
tempo. Quali sono state le più rilevanti?
Simone
- queste le tappe più imporanti:
Nel
2014 nasceva l’associazione “Amici del Cammino di San Benedetto”, di cui
entrarono a far parte persone residenti in loco che, in vario modo, decisero di
mettersi gratuitamente a disposizione del progetto.
-
Nello
stesso anno, una cordata di comuni laziali sul Cammino di San Benedetto aderì a
un bando regionale per lo sviluppo turistico dei territori: ciò permise la
realizzazione e installazione di una segnaletica verticale. Inoltre, la casa
editrice austriaca Tyrolia traduceva e pubblicava la guida in lingua tedesca.
- Fin da subito, l’associazione fu propensa ad
aderire alle manifestazioni di settore, come “Fa’ la cosa giusta” che si tiene
ogni anno a Milano, nel mese di marzo.
- Nel 2016, per iniziativa dell’abbazia di
Montecassino, veniva realizzato un “testimonium”, il documento di avvenuto
pellegrinaggio.
- Nel 2017, veniva realizzato un nuovo sito web,
completamente rinnovato nella grafica e nei contenuti, grazie all’opera
volontaria di un “Amico del Cammino”.
-
Nel
2018 la guida veniva tradotta e pubblicata in lingua inglese, sia in versione
cartacea che in e-book. Nasceva inoltre a Seattle, negli USA, l’associazione
American Pilgrims to Italy che da circa un anno distribuisce guida e credenziali
negli Stati Uniti e in Canada
IL
MOMENTO ASSOCIATIVO FA LA DIFFERENZA
gboatti
- Ho l'impressione che il momento
associativo abbia giocato un ruolo fondamentale nel successo di questa tua
esperienza. Può dunque dire qualcosa sull'ASSOCIAZIONE AMICI DEL CAMMINO DI SAN
BENEDETTO ?
Simone
- Certo. Per gestire un flusso crescente di pellegrini, per mantenere e
promuovere il Cammino, per tenere i contatti istituzionali e creare iniziative
locali, nel febbraio 2014 è stata fondata l’associazione di promozione sociale
senza scopo di lucro “Amici del Cammino di San Benedetto”.
In
questi anni, sono state moltissime le attività intraprese dall’associazione:
dal miglioramento del percorso all’installazione di una segnaletica dedicata,
la cura dei rapporti con i pellegrini, l’invio delle credenziali, la gestione
dei rapporti con il territorio e le istituzioni.
Figure-chiave
dell’associazione sono gli Amici del Cammino: uno o più referenti per ciascuna
tappa, ai quali il pellegrino può sempre fare riferimento in caso di necessità:
ciò dà sicurezza ai pellegrini che sanno di poter contare su qualcuno che si
prende cura di loro. Gli Amici del Cammino diventano veri e proprii
"NARRATORI DI COMUNITA' ”. Un ruolo che la SCUOLA DI NARRAZIONE
TERRITORIALE farebbe bene ad approfondire in uno dei suoi focus. Infatti
solitamente gli Amici del Cammino accompagnano il pellegrino a visitare il
proprio paese, introducendolo in quel ricco patrimonio di cultura e tradizioni
custodito dai nostri piccoli borghi.
CREDENZIALE
E TESTIMONIUM
gboatti
- avete istituito anche la Credenziale.
E' stata una scelta importante mi pare...
Simone
- Come per il Cammino di Santiago e per i maggiori Cammini italiani, anche il
Cammino di San Benedetto ha una sua credenziale, documento che attesta lo
status di pellegrino. Sulla credenziale si raccolgono i timbri dei luoghi di
passaggio (di solito chiese, conventi e ospitalità) ed essa dà diritto a
ricevere il documento di avvenuto pellegrinaggio una volta giunti a
Montecassino. La credenziale permette inoltre di usufruire di prezzi
convenzionati presso tutte le ospitalità commerciali, con sconti fino al 60%.
Oltre
alla Credenziale abbiamo introdotto il Testimonium. E’ l’attestato di avvenuto
pellegrinaggio alla tomba di san Benedetto, rilasciato dall’abbazia di
Montecassino dietro presentazione della credenziale timbrata. A differenza
della Via Francigena ed altri Cammini, per il Cammino di San Benedetto non è
previsto un numero minimo di km per riceverlo, anche se normalmente chi la richiede
ha percorso l’intero Cammino o almeno è partito da Subiaco.
LA
SEGNALETICA FA IL BUON CAMMINO
gboatti
- soffermiamoci su un tema cruciale per
ogni buon cammino storico, la segnaletica..
Simone
- Il Cammino di San Benedetto è interamente segnato per tutta la sua lunghezza
di 300 km. La segnaletica è composta da:
-
Adesivi
10x10 cm, diversi per il percorso a piedi e per quello in bici.
- Placchette in di-bond 10x15 cm con logo del
Cammino e freccia direzionale.
- Cartelli con freccia direzionale 55x25 cm
montati su palo metallico di 3 m.
-
Pannelli
100x150 cm con sviluppo grafico del percorso e informazioni trilingue,
installati nei paesi attraversati dal Cammino.
La
segnaletica è stata in parte realizzata grazie a un finanziamento della Regione
Lazio, in parte autofinanziata dall’associazione Amici del Cammino di San
Benedetto.
OSPITALITA',
PER TUTTI I GUSTI
gboatti
-
avanzare lungo il cammino, va bene, ma poi il viandante cerca ospitalità
adeguata. Come l'avete creata?
Simone
- Le tipologie di alloggi sono varie, e vanno dalle ospitalità religiose
(monasteri e conventi), alle ospitalità laiche a donativo e commerciali
(b&b, agriturismi). Negli alloggi commerciali, si privilegiano sempre
piccole strutture a conduzione familiare, che applicano prezzi convenzionati
per i pellegrini (riportati nella guida).
EVENTI
CHE SBOCCIANO SUL TERRITORIO
gboatti
- siete riusciti a comunicare il Cammino
in modo sempre più efficace. Comunicazione diffusa, sui media e sui social ma,
anche, un gran dispiegarsi di eventi sbocciati sul territorio. Chi li realizza?
Simone
- Moltissimi sono gli eventi promossi dall’associazione Amici del Cammino di
San Benedetto, per promuovere il Cammino e perseguire le finalità da statuto.
Tra gli eventi più significativi realizzati dal 2014 ad oggi, ricordiamo:
-
Coenobia
Festival della Cultura Benedettina (2014): una due giorni ad Orvinio (Ri), con
l’intervento di esperti di mondo e cultura benedettina (Regola, erboristeria,
cucina monastica, scrittura amanuense…).
- Italian Wonder Ways (2016): una settimana di
educational sul Cammino, con blogger e giornalisti di riviste specializzate
provenienti da tutto il mondo (in collaborazione con Regione Lazio).
-
Il
Cammino della Solidarietà (2017-18-19): una tre giorni da Norcia (Pg) a
Leonessa (Ri) sui luoghi colpiti dal terremoto del 2016, per portare un
contributo solidale e tenere accesi i riflettori su queste zone. Ciascuna delle
tre edizioni ha coinvolto oltre 200 partecipanti; le prime due edizioni hanno avuto
il patrocinio del Mibact.
QUALI
BENEFICI PER L’ITALIA MINORE
gboatti
- E ora un tentativo di sguardo
complessivo, sui benefici che un cammino storico, come quello di San Benedetto,
può rappresentare per le aree interne, per quella che tu chiami, con affetto,
l'Italia Minore?
Simone - Quando parlo di “Italia minore” mi
riferisco a piccoli borghi tagliati fuori dal turismo di massa, forse anche per
questo capaci d’attrarre il viaggiatore attento. Dall’inaugurazione del Cammino
a maggio 2012, sono sempre di più le persone che scelgono di seguire questo
itinerario sulle orme del patrono d’Europa: nel 2018 si sono registrate 7.500
presenze, con una crescita che continua anche nei primi mesi del 2019 (+25%
rispetto allo stesso periodo del 2018).
Inevitabile
quindi che nascano nuove ospitalità: dal 2012 ad oggi esse sono raddoppiate,
sia quelle commerciali che a donativo; si nota in particolare una crescita dei
laici che mettono a disposizione a donativo una o più stanze della propria
abitazione.
I
benefici non sono soltanto economici: anche l’ambiente e i beni culturali se ne
avvantaggiano. Attraverso un’importante opera di sensibilizzazione, il Cammino
di San Benedetto ha permesso di salvare l’abbazia di Santa Maria del Piano a
Orvinio (Ri), struttura del IX secolo che giaceva in stato d’abbandono; e il
complesso di eremi benedettini e acquedotti romani di Vicovaro (Rm),
recentemente messo in sicurezza e reso visitabile. Il Cammino sta svolgendo
anche un’opera di sensibilizzazione verso le problematiche ambientali delle
gole del Melfa, una splendida area naturale nei pressi di Roccasecca (Fr), dove
scarseggia l’acqua a causa di una diga che riversa le acque del fiume Melfa nel
fiume Rapido.
COMUNICAZIONE
& STATISTICHE SUI PELLEGRINI DEL CAMMINO
gboatti
- sul successo del Cammino ha influito
una comunicazione, forse anche una narrazione e un passa parola, che si è ampliata di anno in
anno. Basta questo ad assicurare il successo di una via storica, di un cammino?
Simone
- Il Cammino di San Benedetto ha sempre beneficiato di una buona comunicazione,
a partire dal libro-guida e i canali social. Dal 2012, sono moltissimi gli
articoli pubblicati sulla stampa: Corriere della Sera, Repubblica, Avvenire,
Qui Touring e altre importanti testate hanno dedicato spazio al Cammino di San
Benedetto. Col crescere della popolarità, anche la televisione se ne è
occupata, con servizi andati in onda negli ultimi due anni sulla Rai (Geo, La
Vita in Diretta, A Sua Immagine, Uno Mattina) e TV2000.
Tra
l'altro col tempo conosciamo sempre meglio i pellegrini che si avviano sul
cammino di San Benedetto
Nel
mese di Gennaio 2019, l’editore Terre di mezzo ha lanciato un questionario
attraverso i gruppi Facebook dei maggiori Cammini italiani, con lo scopo di
tracciare l’identikit del pellegrino-tipo per ciascun Cammino. Per il Cammino
di San Benedetto, l’adesione al questionario è stata imponente, con oltre 800
risposte pervenute. Tra i dati più interessanti emersi dal questionario:
-
Credenziale:
il 91,6% è partito o partirà con la credenziale.
- Testimonium: l’81,6% lo ha richiesto, o lo
richiederà, a Montecassino.
- Sesso: il 62,5% dei pellegrini è maschio
contro un 37,5% delle femmine.
-
Titolo
di studio: il 46,2% ha conseguito una laurea, il 41,1% ha il diploma superiore,
il 12,1% ha la licenza media inferiore. Dunque chi sceglie di percorrere il
Cammino di San Benedetto ha un profilo culturale piuttosto elevato, con buona capacità
di spesa.
PER CONCLUDERE
Per concludere: ho cercato di far riflettere su
alcuni elementi replicabili nello sviluppo dei Cammini in Italia.
Anche
nell'incontro di Canneto Pavese del 13 aprile organizzato dalla Scuola di
Narrazione Territoriale l'intenso confronto che si è sviluppo ha mostrato quanto gli interlocutori sia stati
interessanti a trare, da questa esperienza, spunti per la valorizzazione dei cammini
dell'Appenino di Lombardia. La via del sale, la via degli Abati, la via di San
Colombano che appena più a valle si incrocianon con la via Francigena e la via
di San Michele, la via di san Martino. Non si dimentichi tuttavia che l'ingrediente fondamentale della “ricetta”
che ho cercato di trasmettere non funziona se alla base non c’è una fede generosa
nel progetto, una capacità di fare squadra, di trasformare il tutto in
un'esperienza capace di emozionare, collegare, risuonare dentro se stessi e nel
rapporto con la comunità. Poi tutto il resto, anche i risultati concreti, sul
piano economico e produttivo, vengono di conseguenza. Tanto più significativi quanto più sanno
convivere con la cultura dell'ospitalità, del dono, della gratuità.
Quindi,
per concludere, un caloroso in bocca al lupo ai cammini dell'Appennino di
Lombardia, a chi li sta promuovendo e a chi le percorre, oggi o negli anni a
venire.
LE FOTO UTILIZZATE PER ILLUSTRARE QUESTO CONTRIBUTO SONO DI SIMONE FRIGNANI AL QUALE VA IL GRAZIE PIU' CORDIALE DEL BLOG DELLA SCUOLA DI NARRAZIONE TERRITORIALE